Monsignor Maniago: “Nella preghiera la Chiesa trova l’impulso per la missione”

Con la solenne concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo di Modena, monsignor Erio Castellucci, si è conclusa oggi la 74a edizione della Settimana Liturgica, evento nazionale promosso dal Centro Azione Liturgica guidato da monsignor Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace.

Anche quest’anno l’evento ha riunito vescovi, teologi, biblisti convenuti dal territorio nazionale per confrontarsi sul tema “Nella liturgia la vera preghiera della Chiesa. Popolo di Dio e ars celebrandi”.

 

In apertura e durante i lavori dell’assise, Mons. Maniago ha innanzi tutto sottolineato che “gli scritti apostolici e la grande narrazione degli Atti degli Apostoli ci restituiscono l’immagine di una Chiesa in cammino, una Chiesa operosa, che però trova, nelle riunioni di preghiera, la base e l’impulso per l’azione missionaria: la comunità persevera nella preghiera. L’immagine della primitiva comunità di Gerusalemme è punto di riferimento per ogni altra esperienza cristiana”.

Le caratteristiche essenziali della vita ecclesiale – ha detto il presidente nazionale del CAL – sono infatti l’ascolto dell’insegnamento degli apostoli, la custodia della comunione reciproca; la frazione del pane e la preghiera. È l’evangelista Luca che ci mostra la Chiesa di Gerusalemme come il paradigma di ogni comunità cristiana, come l’icona di una fraternità che affascina e che non va mitizzata ma nemmeno minimizzata. Il racconto degli Atti ci permette di guardare tra le mura della domus dove i primi cristiani si raccolgono come famiglia di Dio, spazio della koinonia, cioè della comunione d’amore tra fratelli e sorelle in Cristo. Si può vedere che essi vivono in un modo ben preciso: sono ‘perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere’ (At 2,42)”.

I cristiani ascoltano assiduamente la didaché cioè l’insegnamento apostolico; praticano un’alta qualità di rapporti interpersonali anche attraverso la comunione dei beni spirituali e materiali; fanno memoria del Signore attraverso la ‘frazione del pane’, cioè l’Eucaristia, e dialogano con Dio nella preghiera. Sono questi gli atteggiamenti del cristiano, le quattro tracce di un buon cristiano”.

“Quando i primi cristiani iniziarono a vivere il loro culto – ha evidenziato inoltre monsignor Maniago – lo fecero attualizzando i gesti e le parole di Gesù, con la luce e la forza dello Spirito Santo, affinché la loro vita, raggiunta da quella grazia, diventasse sacrificio spirituale offerto a Dio. Questo approccio fu una vera ‘rivoluzione’. La vita è chiamata a diventare culto a Dio, ma questo non può avvenire senza la preghiera, specialmente la preghiera liturgica”.

 

“Dagli interventi e dai gruppi di studio – nota don Raffaele Zaffino, direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano – è emersa la concordanza che la preghiera non è tanto richiesta, ma è soprattutto affidare le nostre gioie e i nostri dolori alle viscere di misericordia di Dio che trasforma le nostre lacrime in perle di gioia e di luce”.

 

La prolusione dell’attesa e partecipata assise l’ha tenuta monsignor Gianmarco Busca, vescovo di Mantova, presidente della Commissione Episcopale per la Liturgia. Fra gli interventi più attesi, quello di padre Ermes Ronchi, scrittore e biblista: “Dio non è nel Santuario, ma nella vita e il luogo migliore per adorarlo è quello del cuore. Dio lo si incontra nell’orfano, nello straniero, nella vedova. Dobbiamo riscoprire l’umanità di Dio perché i soli luoghi fisici possono indurre in errore. Oggi venuto meno l’ascolto della Parola che è nel grido dei poveri e della madre Terra: se non ascoltiamo le domande della vita rischiamo di diventare tomba della Parola di Dio”.

Monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, responsabile dell’organizzazione del Giubileo 2025, ha tenuto le conclusioni di queste giornate di lavoro. Nel suo intervento, monsignor Fisichella ha delineato un percorso per evidenziare quanto la preghiera liturgica consista nell’ essere alla presenza di Dio: “Nel mistero dell’Eucarestia si vive la certezza della presenza reale di Dio. La preghiera richiede di essere vissuta e sperimentata come parte essenziale dell’evangelizzazione che continua ad essere la natura e il compito della Chiesa”.

 

Con il canto del “Te Deum”, i partecipanti hanno reso lode a Dio per questi giorni di formazione. Monsignor Maniago ha annunciato la sede della prossima Settimana Liturgica che sarà ospitata dall’Arcidiocesi di Napoli.