San Vitaliano, Vescovo di Capua
patrono di Catanzaro e dell’Arcidiocesi
I – Prime notizie sul santo
Sulla vita del Santo sono abbastanza scarse le notizie quanto più si va indietro nei secoli. Si ha memoria del culto nella chiesa di Capua, che lo annovera come venticinquesimo tra i vescovi della città.
Ma anche Benevento rivendica per sé l’onore e la venerazione a s. Vitaliano, e non poche notizie sono desunte dagli archivi della biblioteca di quel capitolo cattedrale.
È certo che le reliquie furono trasportate a Catanzaro da Montevergine nel 1122, e che nello stesso secolo decimosecondo si diffuse la «legenda S. Vitaliani», cioè la narrazione dei ricordi della vita quale fu scritta a Benevento verso la fine di quel medesimo secolo da un chierico locale.
II – Cenni della vita di s. Vitaliano
La vita del santo può essere compendiata così: acclamato vescovo dal popolo, divenne pastore della città di Capua e si impegnò in ogni modo a far fiorire la pietà e i buoni costumi.
Però da alcuni malevoli fu assalito con gravi calunnie e accusato di impudicizia. S. Vitaliano difese il suo onore e smascherò le insidie dei suoi nemici: ma nel lasciare la città fu preso, legato in un sacco di cuoio e buttato nel fiume Garigliano.
Sempre secondo la leggenda, il santo fu salvato da alcuni pescatori e giunse incolume ad Ostia. Di qui fu richiamato dal popolo colpito da flagelli, quali la siccità, la carestia e la peste. S. Vitaliano tornò a Capua, perdonò il popolo, ma lasciò definitivamente la città per ritirarsi a Montevergine, dove chiuse i suoi giorni dopo aver dato esempio di devozione alla Madonna edificando una cappella in suo onore e propagandandone il culto.
III – Culto del Santo a Catanzaro
S. Vitaliano anche oggi è venerato a Caserta, a Orta di Atella, a Piana di Caiazzo. Ma il maggiore culto è dato al Santo nella città di Catanzaro.
Quasi due secoli dopo l’arrivo delle reliquie (1122) il conte di Catanzaro Pietro Ruffo nel 1311 edificò nella Cattedrale un’apposita cappella per mettervi in onore le reliquie del Santo, con quelle degli altri due santi Ireneo di Lione e Fortunato di Todi.
Mentre era vescovo mons. Nicolò Orazi, nel 1583, cadde in rovina la cappella, che fu riedificata: le reliquie del Santo furono sistemate in una cassetta foderata di velluto cremisi e poste in venerazione del popolo.
Nel 1943, nel rovinoso bombardamento del 27 agosto, la prima bomba cadde proprio sulla cappella del santo distruggendo tutto: le reliquie con il busto argenteo furono salvate e custodite, dopo i necessari restauri alla teca e al busto, nella cappella dell’Istituto Stella.
Nel 1960, rifatta la Cattedrale, nella nuova costruzione ebbe un posto segnalato la nuova cappella adorna di molti marmi, con il nuovo trono per le reliquie e il busto argenteo del Santo, e l’altare che per arte e per materiali il più ricco della chiesa. Nella solenne dedicazione della cattedrale, compiuta il 6 ottobre da cinque vescovi insieme con l’Arcivescovo mons. Armando Fares, l’altare di s. Vitaliano fu consacrato da mons. Demetrio Moscato, Arcivescovo primate di Salerno, insigne figlio della Calabria.
IV – Devozione popolare al Santo
I fedeli di Catanzaro sono legati al santo, che è Patrono della città, invocato particolarmente in difesa contro pubbliche calamità e nei terremoti.
Ogni anno si celebra la festa patronale il giorno 16 luglio, che è forse la data della traslazione dei suoi resti mortali da Montevergine a Benevento, preceduta da un novenario di preghiere e di predicazione. I sacerdoti di tutta l’arcidiocesi si radunano in tale occasione per rendere omaggio al Santo e concelebrano con l’arcivescovo la messa solenne, cui prendono parte – come nella processione delle reliquie nel pomeriggio – le autorità cittadine e provinciali.
Prima dell’attuale riforma liturgica ogni anno si celebrava in onore del santo anche la festa del patrocinio, fissata alla domenica in albis, a ricordo della protezione accordata ai cittadini nel terremoto del 1783.
Grandi feste furono celebrate a Catanzaro nel 1922 per commemorare l’ottavo centenario dell’arrivo delle reliquie del Santo. Esse furono onorate dalla presenza di vari vescovi e in modo particolare del Cardinale Camillo Laurenti che assecondando i voti dell’arcivescovo mons. Fiorentini e di tutta la cittadinanza rese memorando l’avvenimento e contribuì a ravvivare il culto di tanti secoli reso da Catanzaro al suo Patrono celeste.
Allo scopo di far conoscere e propagare il culto del Santo, l’arcivescovo mons. Armando Fares nel 1956 istituì presso la Cattedrale di Catanzaro la «Scuola Materna San Vitaliano» che raccoglieva i bambini di famiglie e bisognose e propaga nella carità fraterna la devozione al santo Vescovo.