Venerdì 14 ottobre, alle ore 10:30, presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro, l’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per l’inaugurazione dell’Anno Scolastico 2022-2023.
All’inizio della celebrazione, la dott.ssa Annamaria Fonti Iembo, responsabile dell’ufficio diocesano della Pastorale Scolastica, ha salutato e ringraziato Mons. Maniago, sottolineando come la celebrazione, dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia, fosse un momento di attenzione e di preghiera per tutti gli operatori scolastici, per le famiglie e per gli allievi di ogni ordine e grado della Scuola.
L’Arcivescovo nella sua omelia, manifestando la sua gioia di vivere la messa con tutta la comunità scolastica, ha salutato i presenti, rivolgendosi in particolar modo ai ragazzi: “È un saluto che faccio a voi, ragazzi, perché voi siete i veri protagonisti della scuola, di questa realtà così complessa, in cui tante persone […] si spendono, perché tutti comprendono che la scuola è importante; ma quando si parla di scuola non si parla di strutture, prima di tutto, anche se quelle sono indispensabili, […] la scuola siete voi. Per cui questa preoccupazione, alla fine, deve concentrarsi, si concentra tutta su di voi, perché è quello che voi dovete avere per poter diventare davvero, domani, giovani, adulti, uomini e donne che sanno affrontare il mondo e sanno vivere da veri cittadini”.
Mons. Maniago, facendosi “povero interprete di quello che il Signore” ha da dire, ha spiegato le due parole che hanno sintetizzato il suo messaggio ai ragazzi: apertura e comunità.
La prima parola, apertura, perché “la scuola – ha sottolineato rivolgendosi ancora ai ragazzi – è il luogo dove vi aiutano ad aprire gli occhi, che poi vuol dire ad aprire la mente, che poi vuol dire ad aprire il cuore, ad aprire cioè la vostra vita per poterla mettere in gioco insieme agli altri e realizzare quella società in cui non ci troviamo soltanto per i nostri interessi, ma ci troviamo insieme per costruire qualcosa di buono e di grande […]. La scuola ha questo grande compito per voi: aiutarvi ad aprire gli occhi sulla realtà, sul mondo che vi circonda, e non soltanto per le notizie di attualità […], quanto piuttosto per imparare a vedere le cose e a vederle in un certo mondo, non soltanto facendovi influenzare, per esempio […] dal telefonino che portate sempre con voi. […] Il telefonino, i computer, tutti gli attrezzi di cui siamo ricchi oggi, sono diventati un po’ il nostro badante, ci portano dove vogliono loro, talvolta in posti belli magari, ma talvolta non ci portano in posti belli. E, comunque, io penso di non aver bisogno di un badante così, nei posti ci voglio andare da solo. Ecco, allora, la scuola vi aiuta ad aprire i vostri occhi, per cui non avete bisogno di un badante, ma sapete voi dove andare, perché sapete vedere dove bisogna andare”.
Spiegando la seconda parola, comunità, l’Arcivescovo ha spiegato che “la scuola non si può vivere soltanto attraverso le vie telematiche, c’è bisogno assolutamente di una relazione umana, […] la scuola è importante per voi perché vi insegna a vivere insieme, vi insegna a vivere come una comunità. Comunità vuol dire un luogo dove ognuno ha il suo ruolo e deve fare la sua parte per uno scopo ben preciso […] Vivendo insieme, imparando a stare insieme in una classe, dove evidentemente non vi siete scelti e dove incontrate persone diverse da voi, diverse per carattere, diverse per tradizioni di vita, diverse anche per idee, persone con cui si impara non a dividersi […], ma piuttosto si impara a convivere, a vivere insieme e, anzi, a metterci insieme per raggiungere un obiettivo. Ecco perché la scuola davvero è un luogo importante”.
Sottolineando che la consapevolezza di essere comunità deve aiutarci anche nei momenti difficili, Mons. Maniago ha concluso ricordando che il Signore non ci lascia mai soli: “Tra poco io spezzerò il pane, spezzare il pane nella messa è il punto centrale, è proprio ribadire quanto voi in tutto questo, ragazzi, ma mi permetto di dirlo anche agli insegnanti, al personale, anche ai dirigenti, ai responsabili, voi non siete soli, Gesù con questo semplice gesto, spezzare il pane e distribuirlo, ci dice con un’estrema semplicità e, quindi, chiarezza per tutti, che Lui c’è ed è disponibile a condividere il cammino con noi. Questa è la certezza che ci fa bene, ci consola, ma soprattutto ci dà forza e ci aiuta nei momenti più difficili. Non siamo, non siete soli, il Signore è con voi, anche in questo anno scolastico”.