Un invito a riscoprire la santità nella quotidianità avendo come modello i Santi. È questo il messaggio condiviso da S.E. Claudio Maniago venerdì 1 novembre, Solennità di tutti i Santi, nella sua omelia durante la celebrazione Eucaristica presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro.
“I Santi non sono superuomini o superdonne – ha detto l’Arcivescovo –, ma uomini e donne che hanno accolto l’invito del Signore a vivere in modo diverso, accogliendo la sua Parola e vivendo della grazia dei Sacramenti, che è una grazia che trasfigura e trasforma la nostra vita. Quando celebriamo non siamo qui soltanto noi, ma con noi oltre a esserci il Signore che ci convoca, ci sono davvero tutti i Santi, ci sono anche i nostri cari, persone che noi abbiamo conosciuto nella nostra vita, che hanno fatto parte della nostra famiglia e che sappiamo essere stati uomini e donne di Dio, che hanno cioè vissuto con fede la vita”.
“Non è un caso che domani noi vivremo da cristiani un altro momento importante che è la commemorazione dei nostri defunti – ha proseguito Mons. Maniago –, che per la nostra fede vivono in Dio. Per questo possiamo andare a visitarli nel cimitero per recitare una preghiera e metterci di fronte a loro, perché loro ci sono. E come noi preghiamo per loro, così loro pregano per noi. Questo è il mistero della Chiesa”.
“Nella preghiera più importante della Messa – ha sottolineato l’Arcivescovo – non è un caso che vengano citati tanti Santi e non soltanto perché aiutino a vivere questo momento, perché potrebbe bastare il Signore, ma perché li vogliamo riconoscere come fossero presenti. E loro sono qui per darci una mano, per aiutarci a essere Santi come loro. Ed ecco allora il grande dono che ci viene fatto oggi, invitandoci a contemplare il mistero della Chiesa, il mistero di tutti i Santi: ci viene detto di nuovo, con forza una cosa importante, che tutti noi siamo chiamati a vivere la nostra vita in modo santo.
E ci viene detto che vivere la vita in modo santo non vuol dire vivere in un modo strano: la santità altro non vuol dire che vivere con il Signore, camminare con Lui, cercare di vivere la sua Parola.
Oggi, allora, mentre da una parte noi contempliamo questo mistero di una Chiesa fatta di miriadi di Santi, sentiamo che noi apparteniamo a questa Chiesa, apparteniamo a questo popolo, ne facciamo parte, anzi ne dobbiamo fare parte e dobbiamo fare la nostra parte, che è quella di vivere tutti i giorni cercando di vivere da cristiani, secondo appunto la Parola del Signore, secondo la via che Lui traccia per noi. E quel modo nuovo di vedere e di vivere le cose che viene dal Vangelo, di vivere il dono prezioso che viene dall’Eucaristia, da questo pane di vita che plasma la nostra vita, che viene dalla presenza di Gesù, che non manca di far sentire la sua misericordia per noi, non solo quando ci perdona nel sacramento della confessione, ma tutte le volte che ci inginocchiamo e lo preghiamo mettendoci davanti a Lui come davanti a qualcuno presente, vivo in mezzo a noi”.
“Nessun santo di quelli che noi conosciamo ha vissuto una vita impeccabile – ha concluso Mons. Maniago –, perché la vita impeccabile non sarebbe una vita umana, non sarebbe la nostra vita. Ma tutti i Santi hanno sperimentato anche il male e hanno saputo riconoscere quanto il male fa male e produce male nella vita personale, nella vita comunitaria. Quindi è proprio così che si cerca allora di vivere la nostra santità. Questa festa allora non diventa più una festa che in qualche modo potrebbe essere una festa del disimpegno cristiano. Oggi chiediamo aiuto a questi tantissimi fratelli e sorelle in Cristo; vogliamo che il Signore comprenda il nostro desiderio di vivere davvero da cristiani, nonostante i nostri limiti, le fragilità, i contesti che viviamo. Un desiderio che deve diventare la forza, l’energia con cui noi affrontiamo e viviamo ogni giorno”.