“Ho udito il grido del mio popolo” (Es 3,7).
“La solidarietà è anche una vera e propria virtù morale, non un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siano veramente responsabili di tutti“. (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 193)
Quale vescovo della Chiesa di Catanzaro-Squillace, intendo manifestare tutta la mia solidarietà a favore dei 493 lavoratori del call center Abramo Customer Care di Catanzaro, Montalto Uffugo, Crotone e Palermo, per la loro critica situazione aziendale a rischio chiusura dopo che la Tim ha deciso di cessare i contratti commerciali con il call center. Dal primo gennaio scatterà la cassa integrazione, a zero ore, e per alcune di queste sedi, esiste il rischio di essere chiuse definitivamente.
Chiedo alle pubbliche Istituzioni competenti (Regione, Ministero delle Imprese e del Made in Italy) di adoperarsi con il massimo impegno affinché si possa scongiurare li rischio che questa situazione, considerando l’indotto, metta in crisi oltre mille lavoratori e le loro famiglie.
Ho a cuore le sorti delle famiglie, che vivono ormai da diverso tempo nel pericolo del licenziamento. Tutti immaginiamo quale sia lo stato d’animo di un padre e di una madre che devono quotidianamente assicurare la sussistenza della famiglia e il necessario perché i figli possano vedersi garantito un degno futuro.
Chi può deve fare! Ciò nel rispetto della dignità della persona umana e con particolare attenzione alle categorie più deboli.
Come pastore della Chiesa di Catanzaro-Squillace, insieme a tutta la comunità diocesana, presento al Padre le preghiere e le suppliche di coloro che soffrono per la perdita del lavoro in questo difficile momento storico e chiedo alle Istituzioni preposte che possono offrire un significativo contributo a questa vertenza, intervenendo concretamente per la risoluzione positiva di questa situazione.
Oltre alla solidarietà indispensabile in questa ulteriore vicenda di crisi nel mondo del lavoro, è auspicabile anche una riflessione approfondita per una più ampia “conversione” che porti verso un modello di sviluppo più rispettoso delle regole e della dignità della persona umana, che produca benessere per tutti e migliori la qualità della vita sociale e culturale. Solidarietà e sussidiarietà sono li binomio vincente di una società che intende puntare veramente sulla qualità della vita umana.
24/05/2024
✠ Claudio Maniago
Arcivescovo Metropolita