Giovedì 26 ottobre 2023, nella cappella dei “Santi Pietro e Paolo” del Pontificio Seminario Teologico Regionale “San Pio X” di Catanzaro, durante la celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, sono stati istituiti lettori i seminaristi Giuseppe Pio Merante, della parrocchia “San Pio X” di Catanzaro, e Pierpaolo Antonio Madia, della parrocchia “Santa Maria Assunta” del q.re Gagliano di Catanzaro, e accolito il seminarista Simone Samá, della parrocchia “Sant’Agazio Martire” di Guardavalle.
Tra le parole dell’Arcivescovo l’appello a «far sentire la nostra vicinanza alla Comunità del Seminario che è qui per un cammino importante di discernimento verso i ministeri istituiti e anche ordinati».
Ecco, allora, che, alla luce del Vangelo proclamato, dove protagonisti sono i due discepoli di Emmaus, si è vissuto questo momento di gioia e di festa con la consapevolezza che il Signore in persona cammina con noi.
«Per rendersi conto, per accorgersi di questa presenza – ha ricordato Mons. Maniago – è necessario essere aiutati, sostenuti in tutti i modi. È decisivo che l’incontro e l’ascolto di questa Parola possano entrare nel profondo della nostra vita e scaldare il cuore, cioè scaldare la nostra vita, e donargli non solo una consolazione, ma davvero un’energia nuova».
«Ecco perché la Chiesa – ha continuato l’Arcivescovo – ha bisogno di ministri, di servitori, di uomini che evidentemente non si servono della Parola, ma servono la Parola di Dio, cioè facilitano in tutti i modi, con tutta la loro persona, la loro esperienza, la loro umanità, l’ascolto di questa Parola ad ogni fratello. Uomini che aiutano, introducono, portano ogni fedele all’esperienza di quel pane spezzato in cui poter vivere davvero la comunione, quell’unione con Lui che è vita nuova e che diventa comunione fra noi. […] Ecco, allora, quello che il nostro Pio, il nostro Pierpaolo e anche il nostro Simone faranno nella semplicità della loro umanità.
Certo non sono e non saranno superuomini, ma con la loro umanità oggi si dicono disposti a servire la Chiesa. E lo fanno non perché, se il Signore vorrà, saranno preti, ma lo fanno adesso, in questo momento, in quanto battezzati, membri del popolo di Dio, perché, accorgendosi nel contesto in cui vivono dell’importanza della Parola e del pane spezzato, si mettono a servizio con tutta la loro vita. Lo fanno perché il popolo di Dio si accorga della presenza del Signore, che in persona cammina con noi».
«Preghiamo per loro – ha concluso Mons. Maniago – perché siano, da ora in poi, degni ministri della Parola e dell’Eucaristia, generosi e appassionati, perché questi sono i tratti dei ministri di Dio, i tratti di coloro che servono la Chiesa, dove generosità e passione sono il riflesso dell’amore grandissimo che il Signore ha per noi».