Riscoprire la bellezza dello stare insieme

Il senso di un viaggio non dipende da cosa vai a vedere o se hai già visitato quei luoghi, ma da quello che cerchi. Il viaggio dei preti giovani dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, insieme al loro Arcivescovo, S.E. Mons. Claudio Maniago, non ha raggiunto un obiettivo, ma lo ha creato e prefissato: unità, dolcezza e magnanimità.

Questi tre termini sono l’invito che mons. Maniago ha rivolto a questo gruppo di sacerdoti al termine del soggiorno a Napoli, dove tra le visite guidate e le passeggiate, si è potuto riscoprire la bellezza dello stare insieme. Uno stare insieme che mostra tutto il suo fulgore quando si è liberi da impegni quotidiani e pastorali.

Proprio per questo l’invito dell’Arcivescovo è finalizzato a non lasciare a Napoli quanto di bello costruito in quei giorni, ma a portarlo dietro con sé, a coltivarlo, custodirlo, alimentarlo e donarlo. Come la città di Napoli è riuscita a donare magnanimità nell’accogliere questi sacerdoti pellegrini, dolcezza nel donare le sue ricchezze ecclesiali e culturali, unità nel suo essere conforme a quanto propone come Città, così anche questi sacerdoti sono chiamati ad esserlo allo stesso modo nel loro ministero quotidiano.

 

Napoli è una città piena di vita, a volte troppo piena per godersela tutta, ma basta anche quel poco che si è potuto vedere per comprenderne la profondità di fede e cultura. Il Duomo, le varie chiese ed i musei visitati son riusciti ad amalgamare perfettamente tutte queste qualità, riuscendo a donare ricchezze di fede e storia umana, che rendono Napoli quella che è, un tesoro sempre nuovo da scoprire. Ogni singolo e minuscolo angolo napoletano racchiude una storia immensa, ed altre ancora da scoprire. Le Catacombe di san Gennaro, la Chiesa di “Santa Luciella” dove si coltiva il culto dei defunti e delle anime purganti, sono solo alcuni esempi di come vi è ancora un mondo sommerso da far emergere ancora, storie nuove ed uniche da far conoscere, come il senso del viaggio di questi presbiteri, chiamati a far emergere le stesse bellezze, ora che ritornano alla missione quotidiana.

 

Se si potesse sintetizzare questo viaggio, le parole che il Cardinale Crescenzio Sepe ha rivolto all’arcivescovo ed ai giovani sacerdoti, calzano alla perfezione. Il Cardinale ha incoraggiato i rappresentati del clero calabrese a non stancarsi e lamentarsi, a non sentirsi frustrati perché il senso del vivere per Cristo è dare tutto fino alla fine, poiché non siamo noi gli artefici ed i fautori delle nostre opere, ma solo Dio Padre lo è, allora è giusto fare tutto per la gloria del Suo nome.

L’augurio che questo viaggio può e deve donare ad ognuno è molto semplice: che si possa essere sempre uniti in ogni difficoltà, magnanimi con tutti alla maniera di Cristo e dolci nell’annuncio del Vangelo della salvezza, il nostro unico e sommo bene, da sempre e per sempre.