Omelia di S.E. Mons. Maniago per l’Ordinazione Diaconale del giovane Simone Samà

Carissimi fratelli e sorelle, vorrei che stasera elevassimo un vivo rendimento di grazie per quello che l’amore di Dio continua ad operare per la Chiesa, per la nostra Diocesi di Catanzaro Squillace  e per il mondo intero attraverso la fiducia di chi a Lui si consegna.

 

Carissimo Simone, tra poco sarai ordinato diacono cioè servitore. Il servizio indica offerta di sé, benevolenza, affabilità, disponibilità, aiuto solidale, prossimità e accompagnamento. Il Sacramento dell’Ordine nel grado del Diaconato non è una sorta di passaggio “burocratico” da adempiere per arrivare al presbiterato. Essere diacono, infatti, è costitutivo della stessa identità presbiterale. Il presbitero non cessa di essere diacono, non cessa di essere al servizio della carità: alla mensa dei poveri, anzitutto, ma anche alla mensa eucaristica, dove si esprime la più alta forma della carità, perché ci viene donato ciò che più ci è necessario, la vita stessa di Cristo. Cosa sei quindi chiamato ad esprimere diventando diacono?

 

Proprio quanto la liturgia di questo giorno consegna a tutti noi. Come san Paolo infatti, diventerai ministro della Chiesa e come lui quindi, dovrai ogni giorno affaticarti e lottare, con la forza che viene da Cristo e che da oggi agirà in te con potenza (cf 2Col 1,29), con un unico grande scopo: avvicinare la vita dell’uomo ferito, segnato dal limite secondo la parola di Gesù: “Guarite gli infermi, predicate dicendo che il regno dei cieli è vicino, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demoni”. Inoltre caro Simone, tu che inizi ad entrare nel ministero attraverso il diaconato, devi mettere in conto uno sguardo e un gesto come quelli che sono chiesti ai sette uomini scelti per servire di cui ci parla la lettura degli Atti: non dimenticarti mai di coloro che busseranno alla tua porta e semplicemente chiederanno che tu sia un uomo di carità. E che tu lo sia non in modo parziale, ma con la stessa misura per tutti. Questo è difficile certe volte da discernere mentre è facile talvolta riempirsi la bocca degli ultimi, dei poveri. A partire proprio dal diaconato, si entra nel ministero della Chiesa da questa porta, da questa soglia, rispondendo al bisogno che ci si presenta senza sceglierlo, ma lasciandoci scegliere da esso.

 

Ecco il mandato che oggi è a te consegnato in modo del tutto speciale. Essere consacrato ed essere diacono infatti non è un volontariato “a tempo”, non è una buona opera a cui dedicare qualche ora nella giornata o nel mese. E’ invece rispondere all’iniziativa di Dio, che chiama, elegge, sceglie, come la stessa liturgia dell’ordinazione ci fa dire in questo giorno.

 

Certo senza un cammino interiore che hai iniziato e  maturato nell’esperienza del seminario, fatto di ascolto della Parola di Dio, di preghiera assidua, di Liturgia delle Ore, il Vangelo che porti agli altri sarà un Vangelo debole, annacquato. Ci ricorda papa Francesco che “se un discepolo non cammina per servire non serve per camminare”. Il rischio, infatti, è un girovagare in cerca del proprio riconoscimento.

 

Invece: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Che cosa hai ricevuto, caro Simone? Che cosa devi donare? È importante, caro Simone, ricordare sempre che sei stato chiamato ad essere ministro del Vangelo e della carità di Cristo perché destinatario di un dono di misericordia. “Ti supplichiamo” dirò tra poco: sarai ordinato diacono perché il Padre ha accolto la supplica che, a nome della Chiesa, sto per elevare. All’origine di ogni ministero c’è quindi la misericordia del Padre che vede la situazione dei suoi figli, ascolta le preghiere della sua Chiesa e sceglie alcuni uomini per visitare il suo popolo, elegge alcuni per raggiungere tutti. Siamo ministri perché mandati, non perché l’abbiamo scelto ma perché siamo stati scelti, per cui la consistenza vera della nostra missione è l’essere mandati. Siamo stati scelti per una missione. Il mistero della nostra vocazione trova la sua permanente, sorgente nella carità di Cristo che ci ha scelti, senza merito alcuno, rispondendo alla supplica della Chiesa. Tutto nasce da una supplica che il Padre misericordioso ascolta. É la ragione della tua gioia, della gioia dei tuoi cari, della comunità di Guardavalle, del Seminario, di tutto il popolo di Dio.

 

Il dono gratuito della misericordia di Dio, della sua accoglienza, della sua compagnia, della sua amicizia. Questo dovrai testimoniare con tutta la tua vita, come un canale attraverso il quale passa con abbondanza il desiderio di Dio di raggiungere ogni uomo. Più cercherai di essere strumento di questo desiderio, più Dio si farà torrente di vita nuova per i tuoi fratelli.

 

In un misterioso intreccio tra la divina volontà e l’impeto del tuo cuore, il Signore oggi accoglie il tuo slancio e ti consacra come ministro del vangelo e della carità. Per fare questo ti chiede di spogliarti, di tutto. Nelle promesse consegnerai a Dio la tua libertà, nell’obbedienza ti affiderai alla Chiesa, nel celibato offrirai il tuo cuore spalancato a tutti e indiviso per Dio; compendierai un dono così radicale, prostrandoti a terra e implorando con tutta la Chiesa la misericordia di Dio. Rialzandoti, riceverai l’imposizione delle mie mani e con la preghiera consacratoria sarai come espropriato, possesso esclusivo del Signore; verrai dunque rivestito dei paramenti del servizio ricevendo il libro del Vangelo come tua missione. Lascerai l’assemblea del popolo santo per accostarti a servire all’altare e, da ora in poi, tornerai al popolo come diacono, cioè ministro, servitore, dispensatore dei doni di Dio.

 

Tra poco, consegnandoti il libro dei Vangeli di cui diventi annunciatore, ripeterò a te queste parole: “Credi sempre ciò che proclami”. Ciò che tu annunci infatti non è parola di uomini, ma parola di Dio. Per questo ti esorto a meditarla con perseveranza, a rispettarne il messaggio, a non togliere e aggiungere nulla, ad annunciarla non in modo formale, ma con un cuore che crede e aderisce a ciò che annuncia.

 

Poi aggiungerò: “Insegna ciò che hai appreso nella fede”. Si tratta di un mandato preciso che alla Chiesa deriva da Gesù stesso; è Lui che ha scelto fin dall’inizio alcuni uomini perché “stessero con Lui e per mandarli”. L’annuncio che affida scaturisce dalla fede: per questo l’evangelizzatore deve contemporaneamente “stare” con Gesù e “andare” ad annunciare il suo vangelo. Tu non porti te stesso, la tua parola, le tue convinzioni ma Colui che è in te e con il quale vivi in piena comunione.

 

E infine ti dirò: “Vivi ciò che insegni”. La credibilità dell’annuncio si fonda primariamente sull’opera dello Spirito Santo, ma anche sulla coerenza tra ciò che si annuncia e ciò che si vive, pur nella consapevolezza del proprio limite e della propria debolezza.

 

L’annuncio, dunque, si compie insieme con la parola e la testimonianza di vita. Caro Simone, ti raccomando quindi, sii sale della terra: ama la Chiesa che il Signore ti chiama a servire nella porzione di Catanzaro Squillace; impara ad amare quanti incontrerai sul tuo cammino, ama i piccoli e i poveri, sii strumento di comunione, vivi la grazia della fraternità, spettacolo di bene in un mondo sempre più intristito dall’indifferenza e lacerato da divisioni.

 

In un incontro con i diaconi della Diocesi di Roma, il Papa ha affermato: “La generosità di un diacono che si spende senza cercare le prime file, profuma di Vangelo, racconta la grandezza dell’umiltà di Dio che fa il primo passo per andare incontro anche a chi gli ha voltato le spalle”. Questo è il mio augurio per te: sii sempre luce davanti agli uomini, segno tangibile dell’umiltà di Dio che fa sempre il primo passo. Il chinarsi di Cristo verso ogni uomo e ogni donna, si prolunga infatti e si fa riconoscere nella vita di uomini afferrati e trasformati, a lui configurati nel pensiero e nei sentimenti. Per questo preghiamo per te, ma tu prega e vivi, lotta e soffri per poter essere configurato ai sentimenti di Cristo. Simone: che in te il ministero coincida con l’esistenza, possa diventare ministro di misericordia perché uomo di misericordia, ministro del Vangelo perché trasfigurato dal Vangelo. Lasciati configurare a Cristo, a qualunque prezzo. È questa la festa, la gioia di Dio.

 

L’esempio e l’intercessione di San Vitaliano, a cui oggi affidiamo il tuo ministero diaconale, confermino la tua dedizione, ti sostengano nella lotta e nella fatica quotidiana e arricchiscano di opere buone il tuo servizio in modo che tanti per mezzo tuo, rendano gloria al Padre nostro che è nei cieli. Amen.