Per chi è lontano da casa, le occasioni per le visite ai familiari sono «sempre una sorgente di intense gioie e rinnovato entusiasmo per le tante relazioni che fanno ricca la vita al di là dello spazio e del tempo», scrive don Gregorio Aiello, sacerdote della nostra Diocesi che presta servizio come missionario per la Comunità Cattolica di lingua italiana in Belgio, in una lettera indirizzata a Mons. Claudio Maniago.
E quest’anno il suo ritorno in famiglia ha avuto una gioia in più: incontrare il nuovo Arcivescovo di Catanzaro-Squillace per porgergli un saluto e dargli il suo personale benvenuto in Diocesi.
«Sono trascorsi oltre sedici anni – continua nella lettera don Gregorio – da quando Mons. Antonio Ciliberti venne a presiedere la celebrazione Eucaristica a Palermiti per allargare l’orizzonte del mio servizio al Vangelo ben oltre i confini della Diocesi. Ho ancora viva dentro di me l’emozione di quel 5 marzo 2006 in cui il Vescovo mi affidò nella preghiera insieme alla mia Chiesa d’origine all’azione dello Spirito Santo, per la cura pastorale degli italiani in Belgio». Racconta che arrivando nella Diocesi di Hasselt, nelle Fiandre, in un contesto multiculturale, la sua esperienza si è arricchita della consapevolezza che «il Vangelo non è per la Chiesa ma per il mondo intero» e il suo primo impegno è stato quello di studiare la lingua olandese per inserirsi pienamente nella vita della Diocesi.
«La mia esperienza di missionario – scrive ancora don Gregorio – sarebbe dovuta durare cinque anni e pensavo che sarei rientrato in Diocesi appena divenuto quarantenne. Intanto, invece, ho già varcato la soglia dei cinquant’anni e alla giovinezza è subentrata velocemente l’età adulta mentre vivevo e vivo intensamente il mio amore a Dio e al Suo regno come cappellano per una numerosissima comunità italiana – siamo oltre diecimila nella città di Genk e venticinquemila nella Diocesi». Dal 2019 è anche parroco moderatore della neonata Unità Pastorale di Santa Barbara, che comprende quattro parrocchie e sei comunità di origine straniera.
Al termine della lettera, prima di salutare l’Arcivescovo e tutti gli amici e i confratelli della Diocesi, don Gregorio ricorda che «l’Europa ha bisogno di un rinnovato impegno missionario. Nel mio piccolo – scrive – sono felice di aver detto sì alla Provvidenza che mi ha portato dove mai avevo pensato che si potesse essere missionari. Questa gioia la vivo anche con un senso di fierezza al pensiero che il mio servizio al Vangelo qui è soprattutto un dono della fede della Chiesa nella terra in cui sono nato e cresciuto».