“Mettere ordine nella propria vita”. Conclusi gli esercizi spirituali per il Clero

“Mettere ordine nella propria vita”. Questo il tema scelto per gli esercizi spirituali per il Clero dell’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace, guidati da p. Sergio Ucciardo, s.j., dal 20 al 24 novembre, presso il centro residenziale “San Benedetto” in Cetraro (CS).

 

Gli esercizi sono stati introdotti citando uno dei più grandi maestri della spiritualità gesuitica, sant’Ignazio di Loyola, che nella sua famosa guida per vivere bene questi esercizi spirituali , dice: «Con il termine di esercizi spirituali si intende ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre attività spirituali, come si dirà più avanti. Infatti, come il passeggiare, il camminare e il correre sono esercizi corporali, così si chiamano esercizi spirituali i diversi modi di preparare e disporre l’anima a liberarsi da tutte le affezioni disordinate e, dopo averle eliminate, a cercare e trovare la volontà di Dio nell’organizzazione della propria vita in ordine alla salvezza dell’anima».

 

Nella splendida cornice di questo luogo sulle coste del Tirreno i presbiteri hanno vissuto questo tempo di grazia per rinforzare i fondamenti del loro ministero sacerdotale. In un periodo particolare come quello che stiamo vivendo, più che mai si avverte la necessità di una vicinanza a Cristo Signore, che non solo ristora le vite dei presbiteri (cfr. Mt 11, 28) ma chiede a quest’ultimi di esserne portatori per tutti i cristiani.

 

Le meditazioni di padre Ucciardo avevano questo obiettivo: approfondire ciò che già si possiede e metterlo in ordine. Spesso si è talmente presi o incuriositi dalle novità generali della vita, che spesso si corre il rischio di sciupare ciò che si ha e di svalutarlo. Non mettere ordine alla propria vita, al proprio ministero, significa non metterlo neanche in quello dei fratelli. Il cammino prima di tutto è personale, non in senso assoluto, non bisogna aumentare l’ego, ma curarlo alla maniera di Cristo. Come si possono assistere i fratelli se i primi da assistere siamo noi stessi? Assisti bene prima te stesso così potrai assistere bene il fratello (cfr. Mt 7, 3).

Tematiche semplici, ma che nascondevano una profondità piena di grazia ed accoglienza, accoglienza di sé e di come il Signore vuole che noi siamo: «Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando» (Gv 15, 14).

 

Le conclusioni sono state affidate a Mons. Francesco Isabello, delegato arcivescovile per il Clero, che ha ringraziato i presenti per questo tempo ed ha invitato tutti ad essere portatori di questa esperienza. Gli esercizi sono per i presbiteri, ma i frutti prodotti sono per tutti: «Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone» (Mt 25, 23).