L’apertura dell’Anno Giudiziario 2025 del TEIC e del TEICA

Presso l’Aula Magna “Mons. Vittorio Luigi Mondello” del Seminario Arcivescovile “Pio XI” di Reggio Calabria, si è tenuta la solenne inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2025 del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro (TEIC) e del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro di Appello (TEICA). Alla cerimonia hanno preso parte autorità civili, militari, accademiche e religiose, sottolineando il valore della giustizia ecclesiastica come strumento di dialogo, equità e promozione del bene comune.

Nel suo discorso introduttivo, S.E. Mons. Fortunato Morrone, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria-Bova e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, nonché moderatore del TEIC, ha espresso gratitudine verso tutti i partecipanti, sottolineando come il Tribunale Ecclesiastico sia «il segno tangibile dell’agire della Chiesa nel nostro territorio» e della sua attenzione verso le persone che si rivolgono alle sue aule.

«La salus animarum […] codificata quale fine ultimo della legislazione canonica, è il criterio ermeneutico del corretto esercizio della potestà giudiziale», ha affermato Mons. Morrone, evidenziando la responsabilità degli operatori ecclesiastici nell’agire con equità e misericordia. Il dialogo tra l’ordinamento canonico e quello civile, ha aggiunto, è uno spazio in cui i due sistemi si incontrano per promuovere la dignità umana, un tema centrale della giornata.

S.E. Mons. Claudio Maniago, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e Moderatore del TEICA, ha ribadito la natura pastorale della giustizia ecclesiastica, richiamando la riforma del processo matrimoniale voluta da Papa Francesco. Ciò di cui abbiamo bisogno, dunque, è «una Chiesa sempre più vicina e accogliente verso donne e uomini feriti, fragili e bisognosi di carità, compassione e misericordia», ha detto Mons. Maniago.

Ha, inoltre, lodato l’impegno degli operatori del TEIC e del TEICA, sottolineando il loro ruolo fondamentale nel promuovere il valore autentico della persona attraverso l’amministrazione della giustizia. Mons. Maniago ha concluso il suo intervento con un augurio: «che questo anno giudiziario 2025 possa vivere del supplemento di Grazia che viene dall’Anno Santo che stiamo vivendo e quindi cresca come luogo ecclesiale significativo perché luogo dove si semina speranza».

La relazione di Mons. Vincenzo Varone, Vicario Giudiziale del TEIC, ha approfondito il significato della giustizia canonica come mezzo di promozione della verità e della comunione ecclesiale. «Il giudizio della Chiesa» – ha spiegato –, «si rende non solo utile alle persone coinvolte, ma soprattutto necessario al bene della Chiesa stessa».

Mons. Varone ha sottolineato come il principio dell’aequitas «costituisce un principio centrale dell’ordinamento giuridico della Chiesa», mantenendo al centro la salvezza e la dignità della persona. L’anno giubilare, ha aggiunto, rappresenta un’occasione speciale per riscoprire il significato della carità come «una vera norma normans che regola il comportamento del credente e plasma tutto l’ordinamento della Chiesa», superando i limiti della giustizia razionale per abbracciare la perfezione divina.

Mons. Varone, inoltre, ha presentato i dati del Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro che nel 2024 ha portato a termine 114 cause, dichiarando la nullità di 106 matrimoni, mentre cinque cause non hanno trovato riscontro nella nullità. Nonostante un leggero calo del numero di cause rispetto all’anno precedente, il lavoro svolto si è rivelato triplicato rispetto ad altri Tribunali che hanno una popolazione di gran lunga superiore, dimostrando l’efficienza e la dedizione degli operatori.

Mons. Varone ha anche evidenziato l’importanza di istituire in ogni diocesi uffici di consulenza pastorale per accompagnare le famiglie ferite, come richiesto da Papa Francesco in Amoris Laetitia. Questi uffici potrebbero favorire un’indagine pre-giudiziale approfondita, offrendo un aiuto concreto e tempestivo.

La prolusione del Prof. Domenico Bilotti, docente di Diritto Canonico e Matrimoniale presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, sul tema: “Chiesa e Stato nell’amministrazione della giustizia ecclesiastica; i requisiti per un dialogo efficace a servizio delle strutture giudiziarie, ha chiuso la cerimonia.

Come sottolineato dal prof. Domenico Bilotti, il contesto attuale segna un’evoluzione significativa rispetto al passato. Se fino a tempi recenti le relazioni tra ordinamenti ecclesiastici e interstatali erano improntate a una cooperazione giudiziaria di stampo formalistico, oggi si assiste a un approccio più profondo, basato sul dialogo tra principi condivisi e sulla leale collaborazione tra saperi giuridici. Questo mutamento non è soltanto metodologico, ma sostanziale: il confronto non si limita ai risultati finali dei procedimenti, bensì si estende al metodo stesso con cui i diritti fondamentali vengono declinati e tutelati.

«La dimensione giudiziaria del diritto secolare e di quello canonico – ha evidenziato il professore –, ha sospinto entrambi gli ordinamenti a un proficuo approfondimento sostanziale ordinato intorno alla difesa delle soggettività più deboli nei rapporti sociali, […] in ossequio a una rivendicata esigenza equitativa, qui tradotta come caritas, lì, sempre esposta al deficit attuativo della legislazione ordinaria, definita quale “principio di giustizia sostanziale». 

Il richiamo a San Lorenzo da Brindisi, infine, che il prof. Bilotti propone come chiave di lettura, offre un monito prezioso per quanti operano nel settore giuridico: «lo Spirito rende dolce il legame con la legge di Dio e agevole il peso della sua responsabilità».

L’apertura dell’Anno Giudiziario 2025 del TEIC e del TEICA, dunque, rappresenta un invito alla riflessione e all’azione, con lo scopo di promuovere una giustizia ecclesiastica sempre più vicina alle esigenze dei fedeli. Attraverso il dialogo tra diritto canonico e civile, e grazie all’impegno degli operatori, il Tribunale continua a essere un punto di riferimento per la comunità calabrese, irradiando il messaggio di speranza del Vangelo.