Mi unisco con gioia alla festa che saluta il traguardo tanto desiderato della promozione in serie B della squadra di calcio della nostra città di Catanzaro e desidero complimentarmi con tutti coloro che hanno reso possibile un tale risultato, ottenuto per altro con una sorprendente catena di vittorie che fa esultare i tifosi con ben cinque giornate d’anticipo, collocando la nostra squadra fra le migliori di tutto il continente.
Le mie congratulazioni ai giocatori, primi attori di questo successo sportivo, ma unitamente alla Società guidata dal presidente Floriano Noto e ai suoi collaboratori, al mister Vincenzo Vivarini e al suo staff tecnico e sanitario, agli sponsor e a tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a creare quello spirito di squadra che ha reso questa compagine vincente.
Un ruolo importante in questo traguardo è certamente il tifo, quello sano, autentico, entusiasta di una città (e non solo, compresa la mia Firenze gemellata da tempo con il Catanzaro) che è sempre stata vicina alla propria squadra costituendo il “dodicesimo” giocatore in campo, quella marcia in più che in molte occasioni è decisiva per il buon esito delle gare.
Davvero ha ragione Papa Francesco quando dice che “Il successo di una squadra è il risultato di una molteplicità di virtù umane: l’armonia, la lealtà, la capacità di amicizia e di dialogo, la solidarietà; si tratta dei valori spirituali, che diventano valori sportivi”.
E poichè il calcio, come gli altri sport, è immagine di vita e di società, vogliamo vivere questo momento di gioia sportiva anche come un monito e un segno di speranza per la nostra Città: la forza aggregante che si è manifestata nella nostra Città con la vittoria del Catanzaro, può diventare strumento per moltiplicare relazioni, incontri e momenti di comunione e di crescita insieme, nella ricchezza delle diversità; si dovrà migliorare lo storico stadio per renderlo adeguato alle nuove esigenze, ma è tutta la nostra Città che chiede di fare un salto di qualità e con l’entusiasmo e le energie che dimostra di poter esprimere in questa vicenda sportiva, chiede di poter accedere alla “serie” che le compete, che compete alla storia e alla dignità di questa terra.
Gli atleti in campo hanno bisogno gli uni degli altri. Ogni giocatore mette la sua professionalità e la sua abilità a beneficio di un ideale comune, che è giocare bene per vincere. Per ottenere questo affiatamento occorre allenarsi molto; ma è anche importante investire tempo e fatica nel rafforzare lo spirito di squadra, per riuscire a creare questa correlazione di movimenti: un semplice sguardo, un piccolo gesto, un’espressione comunicano tante cose in campo. Ciò è possibile se si agisce insieme con un unico importante obiettivo comune, mettendo da parte l’individualismo e le aspirazioni personali. Se si gioca pensando al bene del gruppo, allora è più facile ottenere la vittoria.
È questo ciò che ci insegnano le nostre Aquile, è questa la vittoria che auguriamo alla nostra amata Città di Catanzaro.
✠ Claudio Maniago, Arcivescovo