Ieri, venerdì 8 settembre, come da tradizione, si sono rinnovati i solenni festeggiamenti in onore della “Madonna delle Grazie” a Torre di Ruggiero. Notevole è stata la partecipazione da parte dei fedeli, che, come ogni anno, si sono radunati presso il Santuario Diocesano “Santa Maria delle Grazie”, delle autorità militari, dei Sindaci di tutto il comprensorio, dei rappresentanti della Provincia di Catanzaro e di Vibo e della Regione Calabria.
Un motivo in più di gioia è stato il ricordo del XX anniversario dell’ordinazione episcopale dell’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, il quale, dopo la processione con la statua della Madonna, ha presieduto la celebrazione Eucaristica nell’anfiteatro antistante il Santuario.
L’Arcivescovo, nella sua omelia, ha sottolineato che “è la parola del Signore che ci aiuta a far festa e a vivere questa giornata come un autentico dono di Dio per la nostra vita personale, per le nostre comunità, per tutta la nostra Diocesi di Catanzaro-Squillace”. E partendo dalla pagina del Vangelo, che ha presentato la genealogia di Gesù, Mons. Maniago ha ricordato che la storia della salvezza “nasce da lontano e, soprattutto, ha bisogno di un cammino, un cammino che veda coinvolte tante persone. […] Dio ha scelto di fare la salvezza di realizzare la salvezza con noi e di non fare niente senza di noi e renderci quindi tutti protagonisti. […] La storia, la nostra storia, la storia di tutti noi, la storia anche della nostra Diocesi, è fatta di tanti volti”.
L’Arcivescovo ha, quindi, ringraziato il Signore per i tanti volti incontrati in questi venti anni, volti che lo hanno aiutato a svolgere il suo ministero nell’episcopato: “Se io guardo indietro e vedo i volti di questi 20 anni, ciò mi permette, oggi, di essere gioioso qui, con voi, e di guardare i vostri volti, perché in questo momento voi siete la mia vita, voi siete il senso del mio episcopato, voi siete quei volti che io voglio incontrare, con cui voglio dialogare, con cui voglio camminare e anche crescere. E mi rivolgo in particolare ai nostri sacerdoti, che sono i miei volti privilegiati per certi aspetti, quelli che vedo più spesso, quelli con cui mi incrocio più spesso”.
In questo cammino si può sempre contare su Maria, sulla sua fedeltà al Signore, a lei bisogna guardare “confidando nella sua vicinanza e nella sua assoluta tenerezza”, “lei ci deve rafforzare, lei deve dare forza ai nostri prossimi passi”. In questa “nuova tappa della nostra diocesi, della nostra Chiesa, cioè delle nostre comunità e di ciascuno di noi come credente”, occorre ricordare che Maria, nella sua povertà, “accoglie un Dio che fa irruzione nella propria vita e la rende madre di Gesù, madre del figlio di Dio, chiede a lei di essere davvero collaboratrice in questa grande opera che Dio mette in campo”.
“E io sogno – ha continuato Mons. Maniago –, e vorrei farlo con voi, una Chiesa povera in questo senso, una Chiesa che sappia accogliere, perché il povero sa di aver bisogno ed è aperto alla ricchezza degli altri, della presenza degli altri, dei doni, dei carismi degli altri, tutti, nessuno escluso; un’accoglienza che si fa apertura di vita e che sola, questa accoglienza, può creare vere comunità cristiane e non assembramenti di persone in un certo senso credenti. […] Sono comunità che vivono la povertà come il sapere di aver bisogno, di aver bisogno di Dio, certo, della presenza del Signore in tutte le sue modalità, anche quelle che passano attraverso le persone che incontriamo, gli altri diversi da noi, ma importanti per la nostra vita”, una Diocesi da cui esca “un’autentica testimonianza cristiana, cioè un modo di vivere uno stile di vita, non di idee, stile di vita che sia secondo il Vangelo, che obbedisca alle parole del Signore anche quando queste vanno un po’ controcorrente […], vorrei che da noi uscisse la testimonianza della vera novità che è Gesù Cristo, il suo Vangelo, è la vita nuova che nasce dall’incontro con Lui”.
Infine, l’Arcivescovo ha affidato il nuovo anno pastorale all’intercessione di Maria, “perché ci aiuti in tutte le cose, le scelte che faremo, in tutti gli impegni che affronteremo quest’anno come comunità diocesana, parrocchiale, come cristiani. Tutti gli impegni abbiano sempre come punto di riferimento questa povertà, che ci renda accoglienti e ricchi nel condividere quello che abbiamo con gli altri. Questo dovrà essere davvero il nostro impegno, la nostra energia per questo nuovo anno”. Maria custodisca la nostra Diocesi “con la sua dolcezza segno dell’amore di Dio”, sia lei “nostra maestra, come una buona madre che sa indicarci sempre la strada giusta”.
Prima della benedizione finale, il Vicario Generale, don Salvatore Cognetti, ha rinnovato gli auguri da parte dell’intera comunità diocesana per questi venti anni di episcopato. “Abbiamo bisogno della sua guida e della sua paternità – ha sottolineato don Cognetti – affinché ci indichi e ci aiuti a costruire delle vere comunità cristiane dove si vive nella lode di Dio e nella semplicità del cuore”.
Il Sindaco di Torre di Ruggiero, Vito Bruno Roti, oltre a ringraziare l’Arcivescovo per la sua presenza e tutte le autorità civili e militari presenti, dimostrando così la loro vicinanza e amicizia, ha voluto ringraziare tutte le associazioni e quanti si sono messi a disposizione nel far sì che la festa riuscisse bene, soprattutto nell’accogliere i tanti emigrati che vengono da fuori in questi giorni e rimettono i loro sogni e desideri nelle mani della Madonna delle Grazie.
Infine, il rettore del Santuario, don Orazio Galati, a nome del Consiglio di Amministrazione ha ringraziato l’Arcivescovo per quanto detto nella sua omelia: “Voi siete la mia vita… […] È bello sentirsi dire queste parole, perché tutto ciò che facciamo acquista un valore diverso e più profondo”.