Due anni dalla strage di Cutro: il ricordo e l’appello di S.E. Mons. Claudio Maniago

A due anni dal tragico naufragio di Cutro, in cui persero la vita decine di migranti in cerca di una speranza, la memoria di quella notte drammatica è ancora viva nella comunità locale e nell’intero Paese.

Il 26 febbraio 2023, un’imbarcazione carica di uomini, donne e bambini si infranse contro le coste calabresi, lasciando dietro di sé un bilancio devastante e un dolore indelebile.

In occasione dell’anniversario, l’Amministratore Apostolico di Crotone – Santa Severina e Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, ha rinnovato il suo appello alla solidarietà e alla responsabilità collettiva, sottolineando come il ricordo di questa tragedia non debba limitarsi alla commozione, ma tradursi in azioni concrete a favore di chi fugge da guerre, persecuzioni e povertà.

«Non dobbiamo dimenticare – ha affermato – ma fare di questa giornata una spina nel fianco, un monito costante affinché nessuno sia costretto a rischiare la vita per cercare dignità e speranza».

L’Arcivescovo ha paragonato il dolore di questa tragedia alle ferite del Cristo crocifisso, sottolineando come il sacrificio di quelle vite debba scuotere e interrogare tutti, senza ridursi a una mera commemorazione o a un’occasione di polemica.

Ha invitato a riflettere sulla responsabilità collettiva di fronte ai drammi dell’immigrazione, sottolineando come questa sia una sfida non solo per l’Italia, ma per tutta l’Europa e il mondo intero.

«La memoria di Cutro non può essere una passerella – ha continuato l’Arcivescovo –, ma un richiamo a costruire un mondo più accogliente e giusto, dove nessuno sia costretto a vivere nell’affanno della sopravvivenza mentre altri godono di privilegi.

È una lezione che dobbiamo trasmettere anche ai giovani, perché solo un’umanità che sa accogliersi vicendevolmente può crescere e riconoscersi come un unico villaggio globale».

Parole forti, quelle dell’Arcivescovo, che esortano a non rimanere indifferenti di fronte alle tragedie del nostro tempo, ma a cercare risposte concrete per un’accoglienza più giusta e umana.

Claudio Rotella