Alla vigilia della solennità di tutti i Santi, l’Arcivescovo Metropolita dí Catanzaro-Squillace, Mons. Claudio Maniago, ha concluso l’Anno Diocesano della Preghiera presso il Santuario Regionale di “Santa Maria del Bosco” in Serra San Bruno (VV), dove si sono dati appuntamento le Confraternite dell’Arcidiocesi.
Ad esse l’Arcivescovo aveva affidato l’animazione dell’Anno della Preghiera in preparazione al Giubileo 2025. Le Confraternite, infatti, hanno accompagnato la lampada della preghiera in tutti i Santuari Regionali, Provinciali, Diocesani e Parrocchiali presenti nel territorio dell’Arcidiocesi. Confratelli e consorelle dei Pii Sodalizi sono diventati “portatori di luce” per rianimare la fede di tante donne e uomini di buona volontà.
Mons. Maniago, nella sua riflessione durante la celebrazione della Liturgia della Parola, ha rivolto un triplice ringraziamento per innalzare la lode al Signore, vera luce del mondo che vince le tenebre del peccato e della morte.
Un grazie al santo Padre Papa Francesco, che ha voluto ricordare, con l’Anno della Preghiera in preparazione all’Anno Santo, il primato della preghiera nella vita di tutti i cristiani. “Può sembrare apparentemente scontato, per noi cristiani, parlare di preghiera – ha sottolineato Mons. Maniago –; in questo Anno abbiamo, però, provato a fare l’esperienza che pregare non significa dire parole, quanto invece ascoltare la Parola. La preghiera cristiana è mettersi davanti a colui che è presente e ci ascolta”.
Il secondo grazie alle Confraternite, che hanno custodito e accompagnato la Lampada delle Preghiera. L’Arcivescovo ha ricordato il mandato conferito alle Confraternite all’inizio dell’anno: un servizio di generosità e responsabilità, perché attraverso questo segno “piccolo e povero” tanti uomini e donne riaccendessero la loro fede facendo l’esperienza di incontrare nella preghiera il Signore.
L’ultimo grazie il presule lo ha rivolto alla Comunità Certosina: “Noi affidiamo e consegniamo a loro questa Lampada della Preghiera, a loro che hanno consacrato tutta la vita alla preghiera. Insieme a questa Lampada noi consegniamo ai monaci certosini il nostro desiderio, che diventa preghiera, di unirci intimante sempre più al Signore. Un impegno rafforzato da questa iniziativa che abbiamo vissuto in questo Anno”.
Al termine della celebrazione, prima dell’inizio della processione che ha accompagnato la Lampada della Preghiera al portone della Certosa, dove è stata accolta dal Priore don Ignazio Innizzotto e dalla Comunità certosina, ha preso la parola don Vincenzo Schiavello per ringraziare l’Arcivescovo per “la creatività pastorale” con la quale ha pensato e voluto l’Anno della preghiera nell’Arcidiocesi.
Don Vincenzo ha ricordato che nei primi articoli degli Statuti confraternali è sempre chiesto che la Confraternita abbia un’intensa vita di preghiera. “Una preghiera – ha aggiunto – che ci aiuta a diventare fratelli e sorelle ad immagine del Figlio di Dio che si è fatto fratello dell’umanità.
Carico di emozione è stato, infine, il momento della consegna della Lampada della Preghiera dalle mani dell’Arcivescovo a quelle del Padre Priore.