Celebrata in Diocesi la XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù con l’Ammissione all’Ordine Sacro di Pierpaolo Antonio Madia e Giuseppe Pio Merante

Domenica 20 novembre, presso il Pontificio Seminario Teologico Regionale “San Pio X” di Catanzaro, l’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago ha presieduto la veglia di preghiera in occasione della XXXVII Giornata Mondiale della Gioventù in cui i seminaristi Pierpaolo Antonio Madia, della parrocchia “Santa Maria Assunta” in Gagliano di Catanzaro, e Giuseppe Pio Merante, della parrocchia “San Pio X” di Catanzaro, sono stati Ammessi all’Ordine Sacro.

 

Durante la sua riflessione, mons. Maniago ha ricordato che la veglia è importante perché ci vede radunati a pregare con il Signore “in una giornata in cui il Santo Padre ha chiesto a tutte le Chiese di fare le giornate dei giovani”.

 

È importante guardare ai giovani e pensare a loro, affinché loro siano protagonisti nella Chiesa assieme ai bambini, ai ragazzi, agli adulti, agli anziani. L’Arcivescovo ha poi sottolineato che si deve avere “a cuore quella fase così effervescente e bella che è quella della giovinezza, una giovinezza che non va bruciata, ma vissuta con intensità, da protagonisti, non va vivacchiata, va vissuta”. Riprendendo le parole di Papa Francesco, ha sottolineato che i giovani devono essere trasgressivi, “ma trasgressivi sul serio, non quindi semplicemente giovani che trasgrediscono le regole […]. Trasgressivi perché sanno capovolgere le cose”. E in questa giornata in cui i giovani sono protagonisti, viene proclamato il Vangelo in cui troviamo Gesù sulla croce. “È Lui il primo trasgressore – ha continuato Mons. Maniago –, è lui che capovolge le cose, le ha capovolte”. Si pensava un Dio lontano e inaccessibile, in Gesù invece si è fatto vicino a noi; si pensava a un Dio giustiziere, Gesù piuttosto “ha chiesto perdono per noi, anzi, ha pagato per noi, addirittura. […] Lui è trasgressivo perché lì dove è massima la sofferenza […] le parole del Signore sono parole di perdono […]. Tu sarai con me oggi in paradiso. Tu sarai!”.

 

L’Arcivescovo ha continuato la sua riflessione invitando a seguire il Signore, a farsi affascinare “dalla sua capacità di trasgredire, che non vuol dire far saltare le regole, ma capovolgere le cose. Quello che agli occhi del mondo può sembrare uno scarto diventa positivo e quello che agli occhi del mondo può sembrare un nulla diventa una ricchezza. […] Ecco, un trasgressivo così dovete seguire, perché questo trasgressivo vi insegnerà ad amare la vita, ad accogliere anche la vostra vita come vocazione, come chiamata ad essere trasgressivi […], a non appiattirvi né sulle regole e né su un banale trasgredire le regole, ma al contrario. Cercate davvero di godere la vita, davvero, però. E non vi fate trascinare da chi vi suona musiche allettanti, ma certamente non vi porta a godere davvero della vita. Fatevi invece attirare da chi trasgredisce, da chi è davvero poco attraente, come è poco attraente il Crocifisso […] e lasciandovi attirare da lui evidentemente scoprirete quanto è bello e anche affascinante trasgredire […]. Imparate da lui, dal Crocifisso, il suo modo di ragionare, le regole del suo regno, che non sono certamente regole che offendono la dignità delle persone”.

 

E rivolgendosi a Pierpaolo e Pio, ha ricordato che in particolare a loro Gesù dice “tu sarai” e, riportando le parole del rito di ammissione, ha sottolineato che non sono loro i protagonisti, ma il protagonista è Gesù: “È lui il trasgressore che vi chiede di essere trasgressori come lui […] Oggi vi dice in modo particolare, direi proprio appassionato: ‘Tu sarai con me’. Come al ladrone. In paradiso? Sì, in paradiso. Perché […] in paradiso non ci si va, ci si resta. E quindi è già qui che noi dobbiamo imparare a far nascere il paradiso, cioè il Signore. È già qui che noi dobbiamo evitare di finire all’inferno. È già qui. È già qui che costruiamo una città rinnovata!