Dopo la fase “Narrativa” dei primi due anni, anche la Chiesa di Catanzaro-Squillace, in linea con la Chiesa italiana, prosegue il proprio Cammino Sinodale avviando la seconda fase, quella Sapienziale, dalla quale dovrebbero emergere proposte per un rinnovamento significativo della vita ecclesiale.
La Commissione diocesana, guidata dal delegato arcivescovile per la Pastorale, don Ivan Rauti, in comunione con l’Arcivescovo Claudio Maniago, facendo riferimento alle “Linee guida per la fase sapienziale” che orienta il terzo anno del cammino, si è ritrovata insieme a confrontarsi, ascoltarsi e pregare nel primo incontro comunitario che ha coinvolto il Consiglio Pastorale Diocesano.
Il testo di riferimento, che si intitola “Si avvicinò e camminava con loro”, si compone di tre parti e offre alcune riflessioni suscitate dal racconto di Emmaus – icona scelta per questo anno – presentando elementi metodologici per valorizzare la grande ricchezza del lavoro svolto nei primi due anni. “Si tratta di proseguire nel percorso avviato – ha detto il delegato per Pastorale don Ivan Rauti – rafforzando l’esercizio del discernimento a partire dai temi e dalle domande proposte nelle Linee guida e indicando decisioni possibili, impegni, aspetti ancora da sviluppare”.
L’impegno su cui l’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace si concentrerà è su quattro ambiti prioritari: “la sfida della fraternità culturale”, “come camminare al fianco dei giovani”, “una liturgia che incontra la vita” e, infine, “la pietà popolare come risorsa se rinnovata”. L’incontro del Consiglio Pastorale Diocesano, dopo la presentazione del metodo e dei contenuti dei quattro ambiti, è così proseguito con i gruppi di lavoro sulle tematiche proposte, seguendo appunto il metodo sinodale dell’ascolto e della condivisione.
Sullo sfondo l’icona dei discepoli di Emmaus dove risiede il senso di questa seconda tappa del Cammino: l’incontro con il Risorto la sera di Pasqua da cui si deducono i criteri fondamentali per il “discernimento operativo” della fase sapienziale.
Lo ha sottolineato con forza Mons. Claudio Maniago, al termine dei lavori dei quattro tavoli operativi, evidenziando che occorre senza indugio “lasciarsi interrogare dal Signore in questo cammino che per definizione non è semplice e che può risultare faticoso, ma proprio per questo non bisognerà scoraggiarsi”. “Si tratta infatti di un cammino – ha ribadito l’Arcivescovo – che cerca di dare alla Chiesa in generale e alle nostre comunità, un passo nuovo, il passo del popolo di Dio chiamato a camminare insieme. Ci vorrà del tempo certamente perché c’è da cambiare le teste senza sconfessare il cammino fatto”.
“Sono diverse le sfide che ci attendono -ha sottolineato il Presule – e difronte a queste sfide dobbiamo riuscire a tirare fuori il meglio di noi. Tutti noi siamo chiamati a trovare un cammino di conversione che è un modo di andare avanti cambiando, con lo stile di ascoltarci, ognuno facendo la propria parte”.
“Il Papa con la sua serenità e nonostante i malumori – ha concluso Maniago – ha un’idea chiara di quel che ci sta proponendo: il Signore ci chiede di trovare i motivi di entusiasmo in questo cammino, cogliendo ciò che lo Spirito sta dicendo alla Chiesa. Stiamo cercando di mettere in moto la bellezza del Popolo di Dio per il quale il Signore ha dato la vita. Il dono più grande è quello di imparare a camminare insieme, riflettendo insieme, ascoltando possibilmente tutti con lo sforzo di ascoltare ciò che lo Spirito dice a tutti noi”.
Dopo questo primo incontro, la fase sapienziale proseguirà nelle Vicarie della Diocesi, con gli incontri comunitari dei Consigli Pastorali Parrocchiali chiamati ad essere protagonisti per “proseguire nel percorso avviato, rafforzando l’esercizio del discernimento a partire dai temi e dalle domande proposte e indicando decisioni possibili, impegni, aspetti ancora da sviluppare”.