Celebrata l’VIII Giornata Mondiale dei Poveri

“La preghiera del povero sale fino a Dio” è il tema dell’ottava Giornata Mondiale dei Poveri, celebrata domenica 17 novembre per l’Arcidiocesi Metropolitana di Catanzaro-Squillace presso la parrocchia “San Roberto Bellarmino” di Davoli (CZ). Una comunità ricca, una chiesa gremita di persone che hanno voluto riflettere e pregare affinchè cessi ogni tipo di povertà.

Organizzato dalla Caritas Diocesana e da Fondazione Città Solidale, il momento ha visto la partecipazione di diversi volontari e operatori delle Caritas Parrocchiali, ma anche degli ospiti e delle équipe delle strutture gestite dall’ente guidato da Padre Piero Puglisi, che ha presieduto, in rappresentanza di S.E. Mons. Maniago, la Santa Messa, con Don Gregorio Montillo, attento “padrone di casa”, e Don Pietro Pulitanò, Direttore della Caritas Diocesana. 

Durante la Messa si è inoltre avviata ufficialmente la settimana missionaria della Parrocchia di Davoli con la presenza dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.

È stato Padre Piero a far riflettere sul senso della Giornata e su come essa non sia sufficiente se non cambia il cuore delle persone e non fa nascere propositi di bene. Ha sottolineato come “la povertà è una dimensione costitutiva di ogni essere umano e come i poveri siano uno specchio che ci rimanda alle nostre piccolezze.

La povertà non è astratta ma ha il volto di donne, uomini e bambini che vengono sfruttati. Ha raccontato come in Diocesi, attraverso Città Solidale, si cerchi di dare una risposta alle diverse povertà: 25 strutture che accolgano in modo residenziale circa 250 persone.

È forse anche questo un segno tangibile di un Dio che non lascia inascoltata la preghiera del povero, che si fa risposta attraverso di noi che con umiltà siamo consapevoli di non essere mai soli ed abbandonati”.

Tanti, dunque, i richiami al messaggio di Papa Francesco per questa importante Giornata, celebrata in una parrocchia accogliente che, subito dopo la Santa Messa, ha voluto offrire il proprio servizio, un segno tangibile di condivisione e di comunione attraverso cibo e parola, quella che crea nuove relazioni e che non fa sentire solo nessun povero.