Per tornare ad essere gioiosi bisogna lasciarsi toccare il cuore dal Signore

È stato bello vedere l’Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace, S.E. Mons. Claudio Maniago, camminare a fianco dei giovani e ascoltare le sue parole, che sono sempre un tesoro prezioso per tutti!

Tutto questo è stato vissuto venerdì 16 febbraio durante la liturgia penitenziale organizzata dal Servizio Diocesano per la Pastorale Giovanile. I giovani si sono ritrovati sul lungomare del q.re lido di Catanzaro per raggiungere insieme la parrocchia “Santa Maria di Portosalvo”.

 

Mons. Maniago, dopo aver salutato e ringraziato i presenti per essere giunti lì da varie parrocchie della Diocesi, facendo riferimento alla danza di apertura della liturgia sulle note del brano “A tutto cuore”, ha esortato a pensare a quanto deve essere gioioso il nostro cuore, che non può ballare, non può essere leggero se non è libero da ombre e pesi.

“Se ci rispecchiamo davvero in Gesù e nella sua Parola – ha proseguito l’Arcivescovo – riscopriamo il volto bello, il nostro volto che Egli vuole sempre felice, senza turbamenti, senza tristezza. Gesù è come acqua, che non solo purifica, ma rinnova e ringiovanisce il volto della nostra vita”.

“Se siamo tristi – ha continuato Mons. Maniago – Lui ci dona gioia, se siamo egoisti Lui ci insegna ad amare gli altri, e se siamo in difficoltà Lui ci aiuta e ci sostiene per vivere al meglio la nostra vita. […] Chi si sente libero di fare quello che vuole, senza interessarsi degli altri, senza prestare interesse a tutti i doni che ha ricevuto, deve capire che la sua vita è fatta di catene che bloccano le mani, i piedi, la testa e soprattutto il cuore, e se il cuore non è libero la vita non può essere gioiosa. È solo grazie a Gesù che queste catene, che bloccano il nostro cuore, si possono spezzare”.

L’Arcivescovo ha poi fatto riferimento ad uno dei cantanti che ha partecipato al Festival di Sanremo dicendo che “dopo tutta la fama, dopo aver cantato ed essersi preso gli applausi, proprio all’inizio di una carriera luminosa, si è dovuto fermare perché manca in lui la gioia”.


Introducendo, infine, il momento dedicato alle confessioni, ha spiegato ai giovani che “per tornare ad essere gioiosi bisogna lasciarsi toccare il cuore dal Signore, perché il sacramento della confessione è proprio questo: Gesù che tocca il nostro cuore, lo guarisce e lo fa tornare a palpitare di gioia”.