Un invito alla gioia. Così potrebbe essere presentato il messaggio lanciato da S.E. Mons. Claudio Maniago mercoledì 1 novembre, Solennità di tutti i Santi, nella sua omelia durante la celebrazione Eucaristica presso la Basilica “Maria SS. Immacolata” di Catanzaro.
L’Arcivescovo ha, infatti, sottolineato che questa solennità «è davvero una festa! Una festa che noi possiamo vivere, intanto, alzando lo sguardo» per «vedere la strada che dobbiamo percorrere, ma, ancora di più, vedere qual è la meta».
E questa meta ci viene presentata come «una comunità che vive e vive nella gioia» promessa dal Signore. E vivere nella gioia non «vuol dire un generico essere allegri. Lungi da noi, per la serietà della nostra vita, pensare che alla fine bisogna essere solo un po’ allegri, o spensierati peggio ancora. No, no, no! Il cristiano non è spensierato. Ha dei pensieri molto chiari e sono i pensieri che lo portano a cercare e a vivere la gioia come pienezza della propria vita e i santi ne sono la testimonianza».
«I santi non erano perfetti – ha continuato Mons. Maniago –. I santi hanno vissuto tutti vite “normali”, fatte di problematiche talvolta gravi, pesanti per la loro vita, per la loro salute, per la loro incolumità. Hanno vissuto tutti le prove della vita. Nessuno è stato beato fin dalla nascita dove nessun problema lo ha toccato. Tutti i santi ci testimoniano una vita tribolata, la tribolazione della vita che non è risparmiata proprio a nessuno, perché questa è la vita in cui noi dobbiamo mantenere ben chiara la direzione, avere ben chiari gli occhi su quella luce che ci conduce davvero alla gioia».
«Contemplando i santi – ha poi ricordato l’Arcivescovo –, oggi noi siamo nella gioia […], la vera gioia, quella che ti dice, nonostante tutto, che la tua vita ha un senso e ce l’ha perché l’ha pensata il Signore. E ce l’ha perché la dignità della nostra vita è quella veste bianca lavata nel sangue dell’Agnello. Questa è la nostra vita, questa è la vita, la vocazione di noi cristiani».
E i Santi non «non sono lontani», ci sono vicini e «fanno il tifo per noi», affinché anche noi «possiamo raggiungere la meta». «Ed ecco perché – ha evidenziato Mons. Maniago – possiamo affidarci a loro. Possiamo affidare le nostre pene, le nostre fatiche, le nostre difficoltà, i nostri momenti di dubbio, di rabbia anche, proprio a Maria, ai Santi, ai nostri santi. Possiamo farlo perché loro ci capiscono, pregano per noi».
L’Arcivescovo ha concluso dicendo che è bello farsi gli auguri nel giorno di tutti i Santi, perché è «un po’ l’onomastico di tutti noi, in qualche modo. E farsi gli auguri vuol dire augurarsi di crescere, di camminare, di realizzare nella beatitudine la propria esistenza. Ed è quello che facciamo anche noi, pregando gli uni gli altri e confidando sempre nell’intercessione grande e potente di questi fratelli e sorelle che sono già nel Signore».