Pellegrinaggio Diocesano nella Solennità dell’Ascensione

Come da tradizione, ieri, domenica 21 maggio, Solennità dell’Ascensione del Signore, presso il Santuario Diocesano Santa Maria delle Grazie” in Torre di Ruggiero (CZ) si è svolto il pellegrinaggio diocesano, anche se, a causa delle condizioni climatiche avverse, non si è potuta svolgere la processione all’esterno con il simulacro della beata Vergine Maria delle Grazie.

 

Durante la celebrazione Eucaristica S.E. Mons. Claudio Maniago nella sua omelia ha sottolineato il “valore particolare” di questo pellegrinaggio: “perché è guidato dal Vescovo e in qualche modo porta con sé tutta una Diocesi […]. Davvero oggi dobbiamo portare tutti con noi, dobbiamo rappresentarli proprio ai piedi di Maria, perché sappiamo che venire da lei significa rigenerare la nostra fede e, quindi, meglio, guardare al Signore e, soprattutto, seguirlo”.

 

È necessario rigenerare la propria fede per avere “quel sostegno di fronte alle difficoltà, alle sfide che noi troviamo tutti i giorni […], una fede viva dentro di noi, cioè una fede che ci dia davvero, dia alla nostra esistenza un senso, un orientamento e una forza anche per poter vivere concretamente quanto il Signore ci chiede”. E Maria viene in nostro aiuto ripetendo anche a noi: “Fate quello che lui vi dirà”. “Questo è il Rosario che Maria continuamente ripete a noi – ha proseguito l’Arcivescovo –. Ce lo ripete perché sempre di più comprendiamo quanto sia fondamentale per la nostra vita guardare a Gesù e ascoltare quello che Gesù ci dice”.

 

Ricordando, poi, le parole che Gesù rivolge ai suoi discepoli prima di salire al cielo, “Io sono con voi tutti i giorni”, il presule ha evidenziato che “noi non stiamo celebrando in questa Solennità un Gesù che se n’è andato, ma un Gesù che con la sua ascensione ci ha indicato la via […]. Per cui, anche se non lo vediamo, il Signore è presente in mezzo a noi adesso. È al di là del nostro sguardo, ma c’è. Questo il significato, allora, profondo che Gesù ha voluto dire ai suoi e continua a dire anche a noi: “Guardate, anche se non mi vedete, io ci sono. Non sono legato in un passato dove poi io mi sono allontanato da voi, ma io sono con voi sempre, anche se non mi vedete. Io sono con voi e ci sono dei segni inequivocabili della mia presenza”. E alcuni dei segni che indicano la presenza di Gesù li troviamo nella celebrazione Eucaristica: la liturgia della Parola, nella quale Lui parla a ciascuno di noi; il pane spezzato, che è “il suo corpo donato per noi”; il radunarsi insieme nel suo nome perché “se siamo riuniti insieme nel suo nome Gesù è con noi”.

 

Il Signore, come ai discepoli, chiede anche a noi “di fare la nostra parte”. “Andate. Questo è quanto ci chiede Gesù – ha continuato Mons. Maniago –. Quando si conclude la Messa, il sacerdote lo dice, con varie espressioni, ma conclude sempre con “andate in pace”. E non dice mai “andiamo”, “andate”, non perché lui non sia membro del popolo, per carità, ma perché quelle sono le parole che il Signore di nuovo ci dice come in quel giorno dell’Ascensione: “Andate”. Andate e portate la testimonianza. La testimonianza di voi che avete incontrato il Signore, che deve diventare la testimonianza della vostra vita lì dove siete andati a vivere, nella semplicità di tutti i giorni. È lì che si testimonia Gesù, si testimonia il Vangelo, è lì che si può testimoniare quanto Gesù e il suo Vangelo abbiano cambiato la nostra vita, l’abbiano resa più gioiosa, l’abbiano trasfigurata, resa addirittura più bella”.

 

L’Arcivescovo ha poi concluso con un impegno: “Ecco, allora, come Diocesi siamo qui, oggi, ai piedi di Maria, ascoltiamo di nuovo la sua richiesta: “Fate quello che lui vi dirà”. E vogliamo davvero, nel mistero della Pasqua che si celebra in questa Eucarestia, rigenerarci e ritornare, andare come Diocesi, come Chiesa, andare e portare davvero la testimonianza del Signore risorto nella vita delle nostre comunità, nella testimonianza della nostra vita di tutti i giorni, nelle nostre famiglie, sul posto di lavoro, nelle nostre comunità civili. Vogliamo portare davvero l’aria nuova che scaturisce, viene dal mistero della Pasqua ed è davvero speranza per il mondo intero”.