Mercoledì 14 settembre, festa dell’Esaltazione della Santa Croce, presso la parrocchia “Santa Teresa di Gesù Bambino”, l’Arcivescovo S.E. Mons. Claudio Maniago ha presieduto l’adorazione Eucaristica per la pace in Ucraina, che la Conferenza Episcopale Italiana ha promosso aderendo all’iniziativa lanciata dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE). I Vescovi europei, infatti, in questi mesi hanno più volte unito la loro voce a quella del Papa affinché tacciano le armi e si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Durante la sua riflessione, Mons. Maniago ha ricordato che «la pace è una necessità, non può essere una moda, non può essere uno degli argomenti di cui si parla, ma è un tratto essenziale della convivenza umana». Ha, inoltre, evidenziato due parole: “Insieme” e “Croce”.
«Intanto la parola “Insieme”. Noi siamo qui radunati, una piccola comunità rispetto alla nostra Diocesi, […] ma di più questa è un’iniziativa che a livello simbolico vuole coinvolgere tutte le Comunità Cristiane d’Europa. Oggi, in questo giorno, in tutta Europa si prega intensamente per la pace. […] Solo se noi consideriamo essenziale imparare a vivere insieme, potremo sconfiggere la guerra. Solo se affrontiamo e camminiamo insieme si potrà parlare di pace, non in modo astratto, non come un ideale quasi irraggiungibile, irrealizzabile, ma come una concreta proposta. […] Una pace che unisce, perché la preghiera in sé unisce, unisce i nostri cuori, unisce anche i nostri popoli, popoli di lingue diverse, di culture diverse, eppure tutti riuniti per chiedere il dono della pace. Papa Francesco ce lo aveva detto nel marzo di due anni fa quando solo, apparentemente solo, nella piazza di San Pietro deserta invitava a sentirci tutti sulla stessa barca, tutti insieme. È davvero questa la strada! Se una comunità non si sente sulla stessa barca prevalgono gli interessi di parte e anche se fossero gli interessi di un popolo, anche di un grande popolo, alla fine non potrebbero che essere piccole soddisfazioni ed una grande sconfitta per tutti, per l’umanità intera».
«L’altra parola è “Croce” – ha continuato l’Arcivescovo –. Non è un caso che questo momento di preghiera è organizzato in questa giornata in cui la Chiesa Cattolica esalta la Croce e la esalta come supremo strumento di pace perché strumento di riconciliazione. […] Allora, davanti all’Eucaristia che è il sacramento della Pasqua del Signore, […] noi vogliamo invocare la pace come il dono che non ci viene dall’esterno, ma che il Signore sappia suscitare con forza dentro di noi e che insieme faremo».
«Chiediamo – ha concluso Mons. Maniago – allora al Signore qui presente, in quel modo particolarissimo che lui ci ha donato, nell’Eucaristia, che sappia essere quella forza che, scaturita da un pezzo di pane, possa portare in noi la rivoluzione che vinca tutte le guerre, a cominciare da quelle che viviamo con noi stessi, nelle nostre comunità ecclesiali e civili, per arrivare poi ai conflitti che sono l’estrema espressione della mancanza di pace nel mondo. Davvero il Signore possa donarci la forza di imparare sempre di più a vivere insieme e sempre di più a vivere all’ombra di quel segno, di quell’albero di vita che è la Croce del Signore».